Congregazioni degli Agostiniani Scalzi (1593 - 1931)
Juan José Vallejo Penedo, OSA

Fondata dall’agostiniano pugliese Fr. Ambrogio Staibano. Fu riconosciuta come congregazione dal priore generale Securani il 16 novembre del 1593, con il nome di “Congregationis eremitarum discalceatorum sancti Patris Augustini regni Neapolitani”. I primi statuti, redatti dal P. Ambrogio Staibano, con l’aiuto del P. Andrés de S. Giobbe, furono approvati dal priore generale Andrea Securani (1592-1598), e poco dopo, nel 1599, dal Papa Clemente VIII.

Il secondo vicario generale, P. Agostino Maria della Santissima Trinità, nominato dal priore generale, trasferì il centro della congregazione di Napoli a Roma, dove il convento di San Paolo della Regola, si convertì in sede del vicario fino al 1615 quando fu trasferito al nuovo convento di Gesù e Maria in via del Corso. Nel 1626 la congregazione si divise in quattro province: Roma con 16 conventi, Napoli con 11, Genova con 16 e la Sicilia con 13, in totale 56 conventi e 800 religiosi. Nel 1623 fondarono a Praga, nel 1630 ricevettero il convento di S. Agostino di Vienna che apparteneva alla provincia e nel 1642 accettarono il convento di Ljublajana. Questa congregazione fondò anche conventi in Austria, Bohemia e Germania.

Tra i suoi religiosi si distinsero lo storico Epifanio di San Girolamo, primo cronista della congregazione; e i predicatori Serafino di San Bernardo, Giacomo di Santa Lucia, Giovanni di San Guglielmo e Abramo di Santa Chiara, probabilmente il più famoso di tutti. Nel 1699 la congregazione accettò una missione a Tonquín (Hanoi) che si mantenne fino al 180 e dal 1736 al 1811 si stabilirono a Pechino. Alcuni padri missionari ad Hanoi e a Pechino, furono martirizzati. Nel 1731 la congregazione aveva 9 province, 94 case e più di 2000 religiosi, però, tra il 1806 e il 1810 persero tutti i conventi italiani eccetto quelli della Sicilia che non fu occupata dagli eserciti francesi.

Terminata l’epoca napoleonica, il vicario generale P. Sabino Piccinini e la maggioranza dei religiosi che avevano formato parte delle province di Roma e Ferrara-Marche, desideravano integrarsi pienamente all’Ordine, mentre il resto preferiva mantenere la propria vita come congregazione. La decisione fu affidata dal papa ad una commissione di cardinali che il 26 gennaio del 1816, optò per la continuità della congregazione, però lasciando libertà ai religiosi che chiedevano di integrarsi nell’Ordine. Alcuni lo fecero, tra questi anche colui che fino ad allora era vicario generale, P. Piccinini, che formalizzò suo malgrado il 23 aprile del 1816. Il resto riprese la sua vita poiché vennero restaurate alcune delle antiche province. Nel 1819 Pio VII nominò vicario generale il P. Pasquale Contursi di San Nicola. Con lui ed anche sotto il governo del suo successorie P. Giulio di San Giovanni Battista (1825-1831), la congregazione riuscì ad aprire alcuni conventi ed ebbero nuove vocazioni.

Agli inizi del secolo XX, provarono più volte ad ottenere l’indipendenza totale dall’Ordine, che, alla fine, ottennero il 24 aprile del 1931, ottenendo il permesso per denominare quelli che a quel tempo erano vicari generali, priori generali. Da allora, il nuovo Ordine, chiamato Ordine degli Agostiniani Scalzi, continuò la sua esistenza in modo separato dall’Ordine di S. Agostino, vivendo alcuni momenti di crisi poiché nel 1971 avevano 26 case e 150 religiosi dei quali 99 erano sacerdoti. Nel 1948 entrarono in Brasile e attualmente il nuovo Ordine affronta con ottimismo la sua esistenza e si trova in un periodo di discreto recupero. Secondo l’ Annuario Pontificio del 2005, hanno 26 case e 204 religiosi, dei quali 105 sono sacerdoti.

Tra i personaggi illustri della congregazione, si distinguono i seguenti maestri di teologia spirituale: Ignacio Núñez de Santa María (+1644), Antero Micconi di San Bonaventura (+1686), Prospero Staureghi (+1715), Abramo di Santa Chiara (+1709). In processo di canonizzazione abbiamo tra gli altri, gli scalzi Giovanni Nicolucci di San Guglielmo (+1621), il martire Alipio di San Giuseppe (+1645), Giacinto Sanguineti di S. Maria (+1721), Santo de Santi di S. Domenico (+1728) e Fortunato Calabrese dell’Addolorata (+1786).