Provincia di nostra Signora della Grazia, Perù

Fr. Harold Campos Kanashiro

Nell’anno 1546 Carlo V sollecita il Rev.mo P. Generale Girolamo Seripando affinché voglia inviare religiosi della provincia di Castiglia in Perù.

Nel 1548 arriva a Lima il P. Agostino della Ss.ma Trinità con una spedizione francescana. Sperando nell’arrivo dei primi missionari per due anni non perdendo la speranza di averli, muore poco prima del loro arrivo.

Il 1 giugno del 1551 fa la sua entrata nella città dei re la spedizione degli agostiniani. Erano dodici religiosi: i Padri Andrea di Salazar, prelato, Antonio Lozano, Giovanni di S. Pietro, Girolamo Melèndez, Diego Palomino, Pietro di Cepeda, Andrea di Ortega o S. Maria, Giovanni del Canto, Giovanni Chamorro, Francesco Frias, Giovanni Ramirez e il diacono Baldassarre Melgarejo.

A questo gruppo si unirono il 12 settembre del 1551 il P. Giovanni Estasio, confessore del secondo viceré del Perù, Antonio de Mendoza e il P. Giovanni della Maddalena.

Entro il 19 settembre 1551 si arrivò a celebrare il primo Capitolo provinciale convocato dal P. Andrea di Salazar, nel quale risultò eletto provinciale “nemine discrepante” il P. Giovanni Estacio e come primo Priore del Convento di Lima il P. Salazar. Nacque così la Provincia di Nostra Signora della Grazia sotto la dipendenza di quella di Castiglia, con ampia libertà di governo. La provincia di Castiglia si farà carico mandando personale per un totale di sei persone. Il processo di indipendenza fu graduale e armonico tanto che nell’anno 1586 il P. Generale concesse l’indipendenza di governo alla Provincia di Nostra Signora della Grazia. La Provincia di Castiglia arrivò così alla sua maturità al punto che il Provinciale di quest’ultima poteva nominare un visitatore e un Vicario Generale per il Perù e per Quito.

La Provincia di Nostra Signora della Grazia, mostrò fin dai suoi inizi un grande spirito missionario nel nuovo Perù. I santi agostiniani con la loro parola ed esempio di vita, cooperarono alla edificazione della Chiesa peruviana, evangelizzando valli, regioni e province intere. Edificarono più di 300 case tra conventi e parrocchie.

Si arriva al punto che nel Giugno del 1551, a pochi giorni dall’arrivo in Perù, il P. Giovanni Ramirez inizia il suo lavoro a Huamachuco, impiantando una missione.

Nel 1553 si fonda ad Huamachuco il primo convento di indios.

Nel 1558 si fonda il convento S. Agostino di Trujillo. Fu questo l’inizio dei conventi e parrocchie del Nord. Fu anche sede di noviziato.

Nel 1559 si fonda il convento di S. Agostino di Cuzco come casa di noviziato e di studio. Coordinava tutta la zona del Sud.

Nel 1573 il P. Luigi Lopez de Solìs fonda il convento di Nostra Signora della Grazia di Lima, chiamato convento grande di S. Agostino. Sostituì il primo fondato nel 1551. venne ricostruito dopo i terremoti del 1568, 1687, 1746 e 1940. arrivò ad ospitare fino a duecento frati. È la casa madre e il cuore della provincia.

Nel 1584 viene fondato il Convento di S. Agostino de Zana nel quale morì S. Turibio di Mongrovejo (1606) mentre su sua richiesta il P. Fr. Geronimo Ramirez suonava l’arpa.

Ma non furono soltanto questi i lavori e le opere degli Agostiniani in Perù. Centinaia di maestri e dottori illuminarono con viva intelligenza le cattedre della Reale Università di S. Marco come pure quelle della nostra Pontificia Università di S. Ildefonso, fondata nel 1602.

L’attività missionaria della provincia peruviana oltrepassò frontiere. Si fondarono conventi in Bolivia, dove entrarono i primi religiosi il 16 gennaio 1589. si diffuse anche in Ecuador, essendo la provincia del Perù quella che diede luce alla provincia di S. Michele di Quito nel 1573, grazie ai fondatori PP. Luigi Alvarez di Toledo e Gabriele di Saona. Questa provincia si rese indipendente il 28 gennaio1579. si estese anche in territorio cileno, erigendo il Convento di Nostra signora della Grazia di Santiago nel 1595. Convento che sarà a capo della futura provincia e sarà quindi anche casa di studi e di noviziato. Si arrivò sino in Colombia dove si formò una nuova provincia, che fu approvata il 7 novembre 1603 dal Generale Ippolito di Ravenna, unito con gli atti del capitolo del 1601.

Il secolo XVII fu un secolo di splendore e di gloria. Insieme ad un gran numero di religiosi, la provincia aveva raggiunto una autentica qualità umana e religiosa. Dalle sue file uscirono vescovi per le nascenti diocesi locali, cattedratici per la Reale Università di S. Marco, predicatori, teologi, giudici, visitatori, consiglieri... Conobbe senza ombra di dubbio, un grande splendore istituzionale. Si distaccarono le missioni di los Moxos (Bolivia), tra i Maynas (Bajo Maranon) e la regione dei Ninarvas o Chiriguanos (Apurimac). Aumentò pure l’interesse per gli studi, la predicazione, i titoli, le cattedre e gli episcopati.

Verso la fine del secolo XVIII e agli inizi del XIX la presenza agostiniana iniziò il suo declino, sia per osservanza di vita sia per attività missionaria. Si perde l’interesse per gli studi, e la vita sarà infestata dall’anticlericalismo e gli abusi commessi contro la Chiesa durante il periodo in cui si realizzava l’indipendenza del Perù.

Come inizio di questo processo si possono segnalare i seguenti eventi:

01 – 1820: Un decreto reale decreta l’estinzione degli ordini religiosi, ma il viceré La Serna non fu in grado di assicurarne l’esecuzione.

02 – 1821: Su istigazione di Monteagudo, S. Martino proibisce di professare prima del compimento dei 30 anni.

03 – 1822: Si decreta l’espulsione dei religiosi spagnoli. L’ordine supera questo empasse senza violenza.

04 – 1823: Si chiudono le case di noviziato, mentre d’altro canto si facilitano le secolarizzazioni. È permesso un solo convento per ogni città, si ha anche la soppressione delle comunità con meno di 8 religiosi.

05 – 1826: Regolamento dei regolari. Si stabilisce l’autonomia di ogni convento, prescindendo dal fatto che ci possa essere un superiore in comune.

06 – 1826: La provincia perde S. Ildefonso e Gula.

07 - Il 7 settembre 1827: Si chiudono i conventi di Guadalupe e Huanuco.

08 – 1828: Si sopprimono Cañete e Trujillo.

09 – 1839: Si sopprime Zaña.

10 – 16 novembre 1871: Il delegato apostolico, Mons. Serafino Vannutelli, spicca il decreto “Atto di riforma dei regolari”, che viene approvato dal supremo governo il 12 gennaio 1872. attraverso questo documento si impone la “vita comune”, provocando nuove extraclaustrazioni di massa. Da un lato favorì un piano di riforma, ripulendo i conventi di elementi indesiderati, ma d’altro canto accelerava la soppressione dei conventi stessi.

11 – 1872 Si sopprime il convento di Ica.

12 – 1894: Per iniziativa del P. Generale, arriva in Perù il P. Eustasio Esteban, con altri due religiosi, per provare a restaurare la provincia peruviana. Si sospende il regime ordinario della Provincia, mettendola sotto la tutela della Provincia filippina. Si stabiliscono a Cuzco e ad Ayacucho.

Alcuni nomi che fecero la storia agostiniana del Perù:

Alcuni martiri come Fr. Diego de Ortiz, protomartire del Perù (1571), Laureano Ibàñez (1629), Bartolomé Àlvarez (1629), Felipe Viesca (1680), Agustìn Hurtado (1702).

Servi di Dio: Fr. Crispino della Concezione, P. Josè de Figuerosa, P. Bartolomè Vadillo. P. Juan Ramìrez, P. Juan del Canto, P. Baltasar de Contreras, P. Antonio de Cueva; Fr. Manuel Mudarra, P. Elias de la Eternidad, P. Luis Lòpez del Solis e attualmente si è aperta la causa di P. Serapio Rivero Nicolàs.

Personaggi illustri, come per esempio Francesco Vàsquez, che fu eletto Priore Generale vita natural durante nel capitolo di Bologna del 1753. Esercitò il mandato fino alla sua morte avvenuta in Roma nel 1785. Il boliviano Antonimo de la Calancha che fu il miglior cronista della colonia.

Processo di restaurazione.

Nel secolo XX cercando di restaurare l’antica provincia peruviana, essendo stata affidata a quella delle Filippine con superiori istanze dell’Ordine, la stessa provincia delle Filippine ha efficacemente evangelizzato nella patria di S. Rosa da Lima. Le venne affidata dalla S. Sede la “Prefettura di S. Leone delle Amazzoni” che venne posteriormente trasformato in “Vicariato Apostolico di Iquitos” con una estensione di 94.000 Kmq.

Nel 1964, la provincia del “Buon Consiglio” di Chicago si fece carico della Prelatura di Chulucanas, che abbraccia le province geografiche di Ayabaca, Morropòn e Huacabamba, nel dipartimento di Piura. È già stata dichiarata Diocesi, mentre gli agostiniani perfezionano il vicariato di S. Giovanni di Sahagùn.

Le province agostiniane italiane si presero carico nel 1968 della Prelatura di Chuquibambilla nel dipartimento di Apurimac. La Prelatura include le province geografiche di Cotabamba, Grau e Antabanba, nei confini delle quali furono già parroci i nostri religiosi, prima del 1570 e in buona parte del secolo XVII. Detto vicariato, legato alle province italiane ha recente facoltà di accettare affiliazioni per l’Ordine.

Attualmente l’impegno della provincia si orienta al lavoro parrocchiale, pastorale dell’educazione, pastorale giovanile, mass media, presenza nel mondo universitario, promozione sociale e cristiana.

Con decreto del 19 settembre 2005 il Priore Generale P: Robert F. Prevost, ha consesso alla Provincia peruviana il recupero del regime di governo ordinario. La celebrazione di questa importante concessione ebbe luogo nel convento di S. Agostino di Lima.

“Non siamo stati gli Agostiniani scomodi ospiti nelle terre peruviane, né volgari manipolatori della sua storia travagliata. La Provincia Agostiniana peruviana, ebbe come gli astri, brillantezza, ascensione gloriosa, zenit abbagliante, di pienezza, declino accelerato dovuto alla sua propria grandezza, rosso tramonto di gigante poderoso, morte con oscuro velame di rovine e dimenticanza, ma prima di tutto ciò fa parte della storia che è maestra di vita.

Con l’attuale speranza vediamo le nuove generazioni di Agostiniani che si profilano all’orizzonte per la costruzione di un nuovo giorno.