Congregazione di Santa Maria di Colloreto (1546-1751)
Juan José Vallejo Penedo, OSA

Fondata in Calabria nel 1546 da Bernardo Milizia da Rogliano (+ 1602), un sacerdote eremita che manteneva, insieme ad alcuni compagni, una vita austera nel romitorio di Colorito. L’iniziativa fu confermata dalla bolla Cum a nobis petitur del 23 luglio del 1567. Il romitorio di Colorito rimase indipendente fino a quando nel 1592 Bernardo da Rogliano chiese l’aggregazione all’Ordine di S. Agostino. Nel 1592 venne fondato il romitorio di Viaggiano e nel 1601 quello di Orsomarzo. L’unione con l’Ordine fu corroborata dal Papa Paolo V con il brevis Ad ea pro nostri del 27 aprile 1606. Inizialmente si conduceva una vita di preghiera molto intensa, due ore giornaliere di meditazione, recita delle ore minori; confessione ogni otto giorni; digiuno i mercoledì, venerdì e sabati di tutto l’anno e durante tutti i giorni di quaresima. Avevano una povertà estrema e i sacerdoti si dedicavano alla predicazione senza accettare alcuna elemosina in cambio.

Nel 1645 la congregazione aveva undici case e come ottanta religiosi. Però subito iniziò a rilassarsi la disciplina e il priore generale decise di eliminarla dall’Ordine, decisione confermata dalla congregazione dei Vescovi e dei Regolari del 20 dicembre del 1629 e dal brevis di Urbano VIII del 20 marzo del 1630. Riammessi poco dopo per decisione di Urbano VIII (brevi del 23 dicembre del 1634), la situazione e l’osservanza in seno alla congregazione di Colloreto non migliorò. Nel 1650 fondarono uno studio proprio a Napoli nel convento di S. Maria della Fede e nella soppressione innocenziana del 1652 persero tre conventi e la congregazione rimase solo con otto case.

Portavano avanti una vita languida e decadente fino a che nel 1747 la curia generale provò a procedere al suo rinnovamento, nominando il P. Prospero Cosentino come visitatore con ampi poteri. Però tutto fu inutile e due anni più tardi il P. Casentino inviò una informazione alla Santa Sede, datata il 15 maggio del 1749, nella quale si constatava l’impossibilità di attuare una riforma. Di conseguenza, lo stesso papa Benedetto XIV, soppresse la congregazione, i religiosi potettero scegliere tra affiliarsi alla provincia di Napoli o alla congregazione di San Giovanni a Carbonara e i conventi furono ceduti ai vescovi diocesani con un placet regio del 1751, confermato con la bolla Assidua pastoralis del 6 ottobre del 1751 e con il brevis, della stessa data, Nos hac ipsa die.