Perù - Vicariato “San Agustín, Apurimac”

Giovanni Boffelli, OSA

Con il decreto del 26 aprile 1968, il Papa Paolo VI separa dalla diocesi di Abancay (dipartimento di Apurimac, Perù) le tre province di Grau, Antabamba e Cotabambas e crea la prelatura di Chuquibambilla, affidandone la cura pastorale al nostro Ordine e, specificamente, alle province Agostiniane d’Italia. Si concretizza così la richiesta presentata alla Santa Sede dall’allora priore generale, P. Agostino Trapè a nome degli agostiniani italiani. Tra le varie possibilità, c’era questa parte alta e impervia del dipartimento dell’Apurimac in suolo peruviano, quasi completamente sprovvisto di sacerdoti come aveva fatto presente il vescovo di Abancay, Mons. Alcides Mendoza Castro al priore generale mentre era ospite della curia generale durante una visita a Roma. Su incarico del generale, P. Lorenzo Miccheli e P. Ettore Salimbeni compiono una missione esploratrice e, guidati dallo stesso Mons. Alcides che conosce bene il territorio e soprattutto la lingua “quechua”, l’unica parlata dalla maggior parte della gente che non conosce la lingua ufficiale (quella spagnola), hanno modo di rendersi conto della situazione umana di questi lontani discendenti degli Incas, dispersi e isolati sulle alte montagne o nelle profonde gole dell’Apurimac, della loro povertà economica, come della loro grande ricchezza umana e culturale. Gli “esploratori” rimangono affascinati e la loro relazione al generale è appassionata, contagiante e in poco tempo raggiunge lo scopo: all’appello che l’Ordine fa ai religiosi delle allora sette province agostiniane d’Italia, un sì generoso ed immediato da parte di una piccola quanto agguerrita truppa di missionari volontari pronti a partire pochi mesi dopo il Decreto di Paolo VI. Comincia così l' avventura evangelizzatrice tra gli Indios di questa parte delle Ande del Sud del Perù, sotto la guida pastorale di Mons. Lorenzo Miccheli, come amministratore apostolico e poi primo vescovo della neonata prelatura che, dopo 14 anni di amoroso servizio pastorale, dovrà lasciare la sua amata gente delle Ande per gravi motivi di salute. Lo sostituirà Mons. Domenico Berni, consacrato vescovo il 10 settembre 1989 nella basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia e tutt'ora pastore di questa piccola porzione di Chiesa.

La partenza dei primi missionari del 1968 era, di fatto, un vero e proprio “ritorno”, dopo 400 anni, degli agostiniani che riprendevano il cammino dell'evangelizzazione dei loro antenati. Nel 1569, infatti, iniziava la prima missione evangelizzatrice degli agostiniani sulle Ande, dopo l’arrivo in Perù dei primi 12 missionari provenienti dalla Spagna i primi giorni di maggio dell’anno l551. Dopo aver posto la base nella storica città del Cusco, capitale dell’immenso impero incaico, erano entrati in Apurimac cominciando proprio dall'attuale Cotabambas, capitale dell'omonima provincia per proseguire poi verso le altre due province alte di Apurimac, quella di Omasuyos (la attuale provincia di Grau) e di Antabamba. Segni evidenti e ancora visibili oggi del loro passaggio, si possono vedere nell’attuale chiesa di Cotabambas dedicata a Sant’Agostino con alcuni preziosi resti di croci, reliquie, statue e pitture di quello che fu il reale monastero di S. Agostino e attigua chiesa distrutti dal tempo e dalla furia delle guerre, proprio come succederà al monastero e alla grande chiesa coloniale di S. Agostino in Cusco. Proseguendo nella vicina provincia di Omasuyos (Grau) fondano le ”Dottrine” (Parrocchie) di: Totora, Oropesa, Mamara, Turpay, Ayirihuanca, Curasco, Chirirqui, Curpahuasi solo per nominare le principali. Dalla provincia di Omasuyos, alcuni entrano in quella di Antabamba, mentre un altro gruppo penetra nelle vallate di Abancay, la capitale del dipartimento di Apurimac fondando, tra l’altro, il santuario di Nostra Signora della O e quello di Cocharcas, il santuario mariano per eccellenza ancor oggi dell’Apurimac. Ovunque ancor oggi i segni di questo passaggio nelle innumerevoli chiese dedicate a S. Agostino, San Nicola da Tolentino, S. Giovanni di Sahagùn.

Gli operai della vigna: collaborano (*) o hanno collaborato (+). Ai Padri Agostiniani chiamati dal Padrone alle prime ore del giorno, si sono uniti un po’ alla volta altri/e operai/e che il Signore ha chiamato e mandato in questa sua piccola vigna dell’Apurimac e li vogliamo ricordare:

* Sacerdoti Diocesani: attualmente sono tre i sacerdoti della prelatura, figli di queste terre e impegnati nel servizio pastorale della parrocchia di Antabamba e di Progreso

+ Congregazione Suore del Sacro Cuore di S. Jacut les Pins

+ Congregazione Suore Figlie di S. Anna, Congregazione Suore Oblate Francescane Ospedaliere (+), Movimento Laici per l’America Latina (MLAL), dall’Italia

+ Fratelli senza Frontiere, dalla Svizzera

* Congregazione Suore Figlie del Crocifisso, dall’Italia (casa del niño de Chuquibambilla)

* Congregazione Suore del Divino Amore, dall’Italia (centro di accoglienza e formazione Santa Rita di Cotabambas).

* Congregazione Suore Missionarie di Gesù Verbo e Vittima (MJVV), incaricate delle parrocchie di Ccoyllurqui e Haquira, di origine peruviana, per la evangelizzazione, la catechesi e il servizio sacramentale nei luoghi dove non ci sono sacerdoti, con l’assistenza saltuaria dei sacerdoti delle parrocchie vicine in occasione di celebrazioni proprie del sacerdozio (Eucaristia, Confessione, Confermazione).

* Suore Francescane Missionarie del S. Cuore: dal Cile a Tambobamba per l’accoglienza, la formazione/istruzione della gioventù, evangelizzazione e catechesi parrocchiale.

* Operazione Mato Groso (OMA), opera salesiana che da anni lavora in prelatura, soprattutto nella formazione cristiana e professionale della gioventù e da quando sono presenti due giovani sacerdoti, si sono assunti la cura pastorale di una buona parte di quella che era la parrocchia di Chuquibambilla.

Evangelizzazione e Promozione umana. Coscienti del loro compito di annunciare Cristo, salvatore e liberatore dell’uomo, gli Agostiniani si sono impegnati da sempre a favorire tutto ciò che aiuta l’uomo delle Ande a vivere all’altezza della dignità cristiana e umana. Da qui l’impegno nella evangelizzazione, catechesi e sacramenti, a tutte le età e livelli, nei centri popolati e negli innumerevoli villaggi dispersi nel territorio, tra i pastori e contadini che vivono sulla “puna” gelata (4.000 m.s.l.m.e oltre), agli agricoltori delle valli calde e scoscese tra i 2.500 e i 3.000 m.s.l.m.; costruzione di cappelle o riparazione di alcune delle chiese che hanno resistito parzialmente al logorio del tempo e all’abbandono; corsi e incontri di preparazione per catechisti rurali che sono i nostri collaboratori nelle comunità contadine difficilmente raggiungibili con certa frequenza da parte dei missionari; opere di sostegno e carità per dar da mangiare agli affamati, istruzione per i bambini con aiuti alle scuole perché siano meglio attrezzati, materiali didattici per gli alunni più poveri e privi di mezzi adeguati allo scopo; aiuto e sostegno alla salute, soprattutto con servizi ambulatoriali dove anche i nullatenenti possono trovare assistenza infermieristica e medicine; appoggio all’agricoltura (sementi, canali di irrigazione, ecc.). I segni sono visibili e punti di riferimento sicuri:

L’orfanotrofio e casa di accoglienza di Chuquibambilla, iniziata e portata avanti dalla congregazione delle Suore del Crocifisso.

I Dispensari medici di cui abbiamo già detto.

L’Istituto superiore pedagogico “Gregorio Mendel” di Chuquibambilla che fino al 1991 quando è stato consegnato al ministero di Educazione, ha offerto a migliaia di giovani della prelatura di potersi formare e avere un titolo professionale.

Il centro di accoglienza Santa Rita di Cotabambas, opera delle Suore del “Divino Amore”.

Centro di accoglienza e formazione per bambini/e a Tambobamba, iniziativa delle Suore Missionarie Francescane.

Mense per i poveri e gli anziani, una delle categorie oggi più a rischio.

Mense scolastiche per dare la possibilità di alimentarsi a tanti bambini e giovani.

Officine diocesani per l’educazione cattolica.

La “Caritas” della prelatura, centro promotore delle opere di sviluppo umano e socio-economico, con personale tecnico ben preparato.

Policlinico Santa Rita, annesso al Convento-Seminario “Fray Diego Ortìz” in Cusco: è l'ultimo strumento messo nelle mostre mani dall'Associazione Apurimac per offrire ai nostri poveri dell'Apurimac e della periferia del Cusco un accesso gratuito alla salute.

Chi sostiene tutto questo. La Provvidenza del Padre ha suscitato e continua a suscitare migliaia di persone che generosamente sostengono il nostro lavoro: amici e parenti, confratelli e gruppi parrocchiali, soprattutto, la Associazione Apurimac che, in Italia, mantiene vivo l’interesse verso la nostra Missione e finanzia innumerevoli piccoli e grandi progetti di sviluppo …

Il vicariato “san Agustin de Apurimac”. Con una delibera del capitolo generale ordinario del 1989 viene approvata l’erezione del vicariato San Agustin de Apurimac, ufficialmente eretto con il decreto del padre generale, P. Miguel Angel Orcasitas, in data 14 novembre 1989, potendo affiliare al Vicariato i nuovi professi che prima venivano affiliati alla Provincia Nostra Signora della Grazia del Perù. In questo modo si concretizza anche il progetto di una presenza significativa nella città del Cusco con un complesso che prevede il convento per la comunità locale e per ospitare i religiosi impegnati in Apurimac, un seminario per le vocazioni indigene e una casa per i visitatori e i volontari dell'Associazione Apurimac. Nel frattempo si dà inizio ad una fattiva collaborazione in campo formativo con il vicariato San Giovanni di Sahagùn operante nella costa nord del Perù e con il Vicariato di Iquitos nella selva Amazzonica, con una casa di formazione per i nostri candidati, dal triennio di filosofia, anno di noviziato e studi teologici, nella costiera città di Trujillo. Alla periferia del Cusco, oltre al convento-seminario “Fray Diego Ortìz”, l'agostiniano protomartire del Perù, non manca l'impegno pastorale nell'annessa parrocchia S.Rita da Cascia affidata alle nostre cure pastorali.