Provincia Agostiniana d'Italia

Pietro Bellini, OSA - Rocco Ronzani, OSA

Ufficialmente costituita il 6 gennaio 1996 con decreto generalizio, è il risultato dell’unione di sette storiche realtà agostiniane italiane, sopravvissute agli ultimi duecento difficilissimi anni di soppressioni e persecuzioni religiose.

Come ebbe a pronunziare il priore generale, P. Miguel Angel Orcasitas, nel corso del primo capitolo ordinario della nuova provincia, celebrato a Cascia (PG) a cavaliere tra i mesi di giugno e luglio del 1996, malgrado le sofferenze, quello al quale si stava assistendo era il parto di una vita nuova; non una morte, ma una realtà nuova con la vocazione precipua di rinnovare l’Ordine di Sant’Agostino in Italia.

In questi primi anni di cammino la nuova provincia è stata retta da tre priori provinciali e da un vicario: P. Gianfranco Casagrande (1996-2000), che era stato preside della Federazione delle sette Province italiane unitesi nel 1996; P. Giovanni Scanavino (2000-2003), eletto e consacrato Vescovo di Orvieto-Todi pochi mesi prima della scadenza del suo mandato; P. Alipio Vincenti (2003-2004), che in qualità di vicario provinciale ha preparato l’elezione del nuovo provinciale e del III capitolo ordinario; P. Pietro Bellini (2004), eletto priore provinciale dopo un lungo servizio nella curia generalizia dell’Ordine, di cui è stato procuratore, segretario e vicario generale.

P. Gianfranco Casagrande, nel contesto del I capitolo ordinario del 1996, affidò la provincia d’Italia alla protezione dei santi italiani che nella storia sono stati i più rappresentativi modelli della vita religiosa agostiniana, maschile e femminile: Nicola da Tolentino (+1305) e Rita da Cascia (+1447 ca.); tuttavia, solo dieci anni dopo la fondazione della nuova realtà agostiniana italiana, sono stati ufficialmente adottati i due santi come Patroni della Provincia d’Italia.

Ricostruire dettagliatamente la storia plurisecolare della nuova provincia non è agevole nei limiti di questo breve articolo, perché la provincia d’Italia non è soltanto la figlia delle sette province madri, bensì di tutte le province e le congregazioni di osservanza che nei secoli sono sorte, sono state unite e si sono poi estinte nelle sette province esistenti ancora nel 1996: di questa molteplice origine si ha ancora memoria, soprattutto nei ricordi dei confratelli più anziani che, preziosi testimoni della nostra plurisecolare storia, volentieri ricordano a quale antica congregazione o provincia appartenevano i conventi nei quali vissero e i religiosi incontrati in tanti anni di vita consacrata.

Oltre alle sette Province – Ligure, Umbra, Picena, Toscana, Romana, Napoletana e Siciliana – la storia ci ha lasciato memoria di altre numerose circoscrizioni, come le provincie di Lombardia, i conventi della quale sono confluiti in quella Ligure; la provincia della Marca Tarvisina, che si estendeva nelle regioni italiane del Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino; la provincia Pisana; quella di Romagna; quella di Siena; la provincia Anconetana, in buona parte corrispondente alla successiva provincia Picena; la provincia Umbra; la provincia Romana; quella Napoletana, detta della Terra di Lavoro; la provincia di Calabria; la provincia di Puglia; la provincia del Regno di Sicilia e quella di Sardegna. Al contrario delle province, che in buona parte corrispondevano alle regioni geografiche dalle quali prendevano il nome, le congregazioni di Osservanza, più recenti, erano trasversali alle zone geografiche occupate dalle province; ricordiamo tra le tante: la potente congregazione di Lombardia, con conventi nell’Italia settentrionale e centrale; La congregazione di Monte Ortona; quella dei Battistini di Genova; la congregazione Leccetana, la più antica e illustrata da un grande numero di santi confratelli; la congregazione Perugina; quella di San Giovanni a Carbonara, della quale fu membro il Card. Girolamo Seripando; e ancora quelle di Delicato; di Zumpano; di Centorbi e quella Coloritana.

Dunque, una eredità davvero grande e preziosa, che i circa 190 frati italiani continuano nei loro quaranta conventi, servendo la Chiesa e la società italiana nell’apostolato dei santuari e delle parrocchie, ma anche nello studio e nella promozione culturale.

Eredità della Ex-Provincia Umbra è la realtà slovacca, dove da oltre dieci anni gli Agostiniani italiani si sono impegnati a impiantare di nuovo l’Ordine.

La missione peruviana, dove la provincia è presente con il vicariato di Apurimac, è frutto, fin dal suo nascere, della sinergia di tanti religiosi provenienti dalle ex-province preunitarie.

Segnaliamo, infine, i nomi di alcuni religiosi e laici che hanno vissuto vicini alle nostre comunità e alla spiritualità agostiniana morti in concetto di santità e dei quali siamo intenzionati a portare avanti l’iter di riconoscimento delle loro eroiche virtù: P. Agostino Trapè, Priore Generale dell’Ordine (+1987); Fr. Raffaele Crudetti (+2001); P. Matteo De Angelis (+2003); la Signora Nella Zulian in Mariani, sposa e madre, membro della Fraternità agostiniana Communio (1997).