Vicariato d’Oriente
della Provincia del Santissimo Nome di Gesù delle Filippine

Pedro García Galende, osa

La provincia del Santissimo Nome di Gesù delle Filippine, è nata con l’obiettivo missionario ed è stato un puro caso che si sia stabilita in modo permanente nelle Filippine.

Il tribunale del Messico aveva dato ordini segreti a Legazpi, che doveva aprire già in altomare, e doveva dirigersi nelle Filippine e non in Cina, come avevano convenuto precedentemente. Il geografo agostiniano Andrés de Urdaneta, che accompagnava Legazpi, si sentì tradito ma non poté fare nulla, poiché il suo principale incarico era quello di trovare la via di ritorno o Tornaviaje, e a questo dedicò tutta la sua conoscenza e sforzo, raggiungendo il suo obiettivo, come così fece, tornando ad Acapulco nel 1565.

Però i suoi compagni religiosi ereditarono il suo spirito missionario e, avendo stabilito giuridicamente la provincia del Santissimo Nome di Gesù delle Filippine, con l’elezione del P. Herrera come provinciale, subito tornano a pensare alla Cina e lì andarono nel 1575 i Padri Martín de Rada e Jerónimo Marín, in una spedizione politico-religiosa che non diede grandi frutti né nell’uno e né nell’altro, però aprì le porte ad una nuova cultura e religione, anche se fu per un breve spazio di tempo. Ci fu un secondo tentativo con il P. Albuquerque e un altro con i Padri Álvaro de Benavente e Nicolás de Rivera, però anche con scarsi risultati, poiché tutti i missionari furono espulsi durante la controversia dei riti cinesi.

Nel 1874 ci fu un altro tentativo serio per stabilire le missioni in Cina, sotto il protettorato delle potenze europee e gli agostiniani della provincia delle Filippine stabilirono una base missionaria molto ampia nel Nord di Hunan con una diocesi e due vicariati apostolici, con orfanotrofi, collegi, scuole di catechesi, seminari e conventi di agostiniane missionarie. Però tutto questo fu confiscato dai comunisti quando presero il potere. I 12 sacerdoti cinesi che rimasero al servizio della missione corsero molti pericoli per il carcere, infermità e molti generi di miserie. Quando abbiamo potuto incontrare nuovamente loro, già avevano sugli ottanta anni ed erano pieni di acciacchi fisici, però fermi nella fede. Senza alcuna raccomandazione, il vicariato d’Oriente si assunse la responsabilità di rimediare alle loro necessità e unirli alla sua giurisdizione. In conclusione, al vicariato appartengono un sacerdote cinese di 32 anni e un seminarista del secondo anno di teologia.

Nel frattempo, i diversi ordini religiosi, che sono arrivati nelle Filippine come missionari, sognavano di stabilire una base missionaria in Giappone. Anche lì andarono nel 1602 gli agostiniani Guevarra e Ortiz, e furono seguiti da molti altri che diedero la loro vita come martiri e stabilirono una missione abbastanza prospera fino alla loro persecuzione ed espulsione a metà del secolo XVII. Con una presenza sporadica si è rimasti presenti nella missione del Giappone, che ha avuto un nuovo impulso quando dopo la seconda guerra mondiale la provincia di Villanova si è fatta carico della missione con base a Nagasaki, antico centro della nostra missione e luogo di apostolato di molti dei nostri martiri giapponesi.

Tanto il Giappone come la Cina sono stati sempre sotto l’attenzione del lavoro missionario della provincia delle Filippine. E non solamente in Giappone e in Cina, ma tutte le nazioni del Lontano Oriente, poiché nel 1968 la provincia delle Filippine accettò la sfida della restaurazione dell’Ordine in India. Con tutto questo fondamento missionario, quando si preparò la erezione della provincia del Santo Niño de Cebú, si chiese al governo della nuova provincia se i suoi membri fossero stati disposti ad assumere la sfida missionaria della provincia Madre, e come conseguenza il ritorno della maggioranza degli spagnoli in altri campi di apostolato. Volendo la nuova provincia stabilire le proprie mete missionarie, la provincia del Santissimo Nome di Gesù delle Filippine prese la decisione storica di rimanere nelle Filippine come vicariato, appartenente alla provincia delle Filippine, non solamente a causa del nome della provincia, ma anche per sostenere un apostolato che servisse da base per un lavoro missionario che si potesse sviluppare nel futuro in questa parte del mondo.

Passati alcuni anni, il vicariato, a cui furono lasciati il convento di S. Agostino di Intramuros e il collegio di S. Agostino di Makati, iniziò a promuovere di nuovo, in accordo con la provincia del Santo Niño de Cebú, le vocazioni e la formazione dei religiosi che furono incorporati al vicariato per continuare il lavoro missionario della provincia nel Lontano Oriente, e con questa ragione si cambiò il nome del vicariato delle Filippine con quello di vicariato d’Oriente.

Con questo lavoro missionario come sfondo, il vicariato d’Oriente, ha aperto un seminario a Manila e ha continuato ad incorporare religiosi alla provincia delle Filippine attraverso il vicariato d’Oriente. E anche se l’idea di vicariato si è sviluppata nell’Ordine negli ultimi anni, questa è l’opinione di coloro che fanno parte del vicariato che questo sempre farà parte della provincia Missionaria delle Filippine e non aspirerà alla formazione di un’altra provincia nel futuro.