Provincia di Nostra Signora della Grazia de Santiago, Cile

Guillermo Carrasco Notario

Gli agostiniani arrivano in Cile dal Perù, come opera evangelizzatrice della provincia di Nostra Signora della Grazia, i cui religiosi, invitati fortemente da Filippo II, decidono di inviare nel 1595 un gruppo di missionari all’impoverito e bellicoso regno del Cile. In questo paese gli agostiniani giungono alla fine del XVI secolo. Li avevano preceduti i francescani, mercenari e gesuiti. Lì si stabiliscono nel marzo del 1595, fondando convento e chiesa sotto il titolo di Nostra Signora della Grazia, nello stesso luogo dove si trovano attualmente. Era superiore Fr. Cristóbal de Vera, in compagnia dei sacerdoti Fr. Pedro de Torres, Fr. Francisco Díaz e Fr. Francisco de Hervás, così come i professi Fr. Juan de Sotomayor e Fr. Agustín Ramírez.

A pochi mesi da questa prima fondazione, costruiscono un altro convento, nell’agosto del 1595, a 500 Km. al nord di Santiago, La Serena.

Il fatto che gli agostiniani hanno fondato in Cile alla fine del secolo XVI, dopo gli altri ordini religiosi, ha fatto in modo che le vocazioni native preferissero il nostro Ordine agli altri, anche se tra gli agostiniani non c’era ancora la lotta, a volte accanita tra i peninsulari e i nativi che c’era nelle altre comunità religiose. In poco lasso di tempo i nativi furono la maggioranza tra gli agostiniani, a tal punto che in questa provincia non ci fu mai il sistema dell’alternativa per il governo. L’essere la maggioranza e il desiderio di autogovernarsi, portò i nativi ad anelare ben presto ad una separazione dalla provincia peruviana.

Nel 1599, appena a quattro anni di essersi stabiliti in Cile, gli agostiniani cercarono di essere indipendenti. In effetti, il priore generale Alessandro Mancini, concesse il decreto di separazione. Senza dubbio questo documento rimase nell’archivio provinciale di Lima per più di dieci anni senza essere conosciuto dai religiosi di Santiago. Quando lo seppero, finalmente celebrarono il capitolo, nel quale risultò eletto come provinciale il P. Bartolomé de Montoro. Nel 1612 il nuovo generale dell’Ordine, Fr. Giovanni Battista di Asti, revocò il decreto di indipendenza del suo predecessore, dichiarando nulli tutti gli atti realizzati, incluso il capitolo provinciale.

Nel 1612 il nuovo generale dell’Ordine, P. Nicola di Sant’Angelo, decretò che la provincia del Cile potesse celebrare capitoli ed eleggere provinciali in tutta libertà, ma questi atti dovevano essere confermati dai provinciali del Perù. Finalmente, il 16 maggio del 1627, il priore generale Girolamo de Ghettis, dettò il decreto che creava in forma definitiva la nuova provincia agostiniana.

Per quanto riguarda la storia del Cile, gli agostiniani arrivano a fondare 32 conventi e residenze e i principali erano: Santiago (1595), La Serena (1595- 2002), Concepción (1751), San Juan (1639-1876), Mendoza (1657-1835), Talca (1619-1969), Valparaíso (1627-1876), Santiago-Cañada (1660-1906), San Nicolás de la Viña (Santiago, 1601-1640), Melipilla (1746-1999), La Estrella (1659-1888), San Fernando (1888), Liceo-Santiago (1964), Santo Tomás de Villanueva-Santiago (1964), Villa San Pedro-Concepción (1966).

Il lavoro che si è sviluppato in Cile è stato principalmente urbano e dottrinale, come accadde per il convento di San Nicolás de la Viña, fondato per servire una dottrina degli indios nella zona orientale di Santiago. Nella valle del fiume Petorca, dalla cordigliera al mare, si estese la missione di San Nicolás del Valle, che fu fondata nel 1608. Si sono distinti per il loro zelo nell’evangelizzazione degli indigeni, i PP. Manuel de Mendoza, Bernardo de Toro Mazote, Bartolomé Lepe Juan de Castilla. Comunque, in senso stretto, considerata l’area geografica occupata dagli agostiniani, composta nella sua maggior parte da zone pacifiche, dobbiamo accettare il fatto che furono specialmente dei teologi. Così, nelle valli di Aconcagua, dal 1603 lavorarono i padri Diego e Andrés de Elossu e Juan Jufré de Loaisa. Tutta la zona con centro a Talca, fu evangelizzata dagli agostiniani dal 1619 in poi.

I tentativi di missioni vive, nei conventi di Millapoa (1595-1599), Fuerte de Buena Esperanza (1707-1708) e Valdivia (1596-1599), furono distrutti subito dopo essere stati fondati durante gli ammutinamenti degli indigeni tra coloro che pretendevano fare i missionari. Già alla metà del XVII secolo, in ogni capitolo provinciale, vennero nominati predicatori e confessori di indios, che parlavano il mapudungún. Gradualmente, man mano che si giunge al secolo XVIII, viene abbandonato il lavoro di evangelizzazione, a causa soprattutto delle nuove politiche dei Borboni, e i nostri padri si stabilirono nei conventi delle città. Qui, gli agostiniani si preoccuparono di curare spiritualmente tutti gli strati della società coloniale. Nel loro convento di Santiago stabiliscono la confraternita della Candelora, per i neri, mulatti e indios (1596). Questa confraternita, che in Cile rappresenta la prima preoccupazione pastorale verso gli afroamericani, durò fino alla fine del XVIII secolo. Per gli spagnoli e gli indigeni, al tempo che fondavano la precedente, gli agostiniani fondarono la confraternita della Nostra Signora della Consolazione. Da allora, una dozzina di altre associazioni pie danno testimonianza della grande attività indefessa in questo senso.

Nel secolo XVIII il P. José de Aragón e Salazar, fondò la Scuola di Cristo nel convento di Santiago. Già nel 1738 la scuola era organizzata, poiché in uno scritto del 25 ottobre dello stesso anno, il religioso viene chiamato reggente, fondatore, prefetto e cappellano della santa scuola di Cristo. Fu questo un movimento spirituale di straordinaria stabilità tra i fedeli di Santiago. Si sviluppavano le riunioni al cadere della notte. Allora, congregati i devoti nella chiesa di S. Agostino, il direttore svolgeva il tema di una considerazione, con prodigioso dominio della parola. Subito dopo, consegnava alla gente i punti che dovevano meditare, e vertevano sulle verità eterne, i sacramenti, i misteri della fede, etc. L’ultima parte della giornata consisteva nella meditazione silenziosa sui punti consegnati. Si finiva con una preghiera. Questa istituzione è durata fino alla fine del secolo XVIII, sotto la direzione di P. Agustín Basurto, discepolo del fondatore.

Sotto l’aspetto intellettuale, gli agostiniani organizzarono i loro studi subito dopo che arrivarono in Cile; prova di questo è che i religiosi professi che accompagnavano i fondatori, vennero ordinati a Santiago. Già nel 1612 il livello degli studi aveva raggiunto un livello riconosciuto, con l’insegnamento della grammatica, arti e teologia; la prima di queste discipline era rivolta sia ai frati che ai laici, contribuendo così alla civilizzazione del Paese, abitato in gran parte da semplici militari. Nel 1629 si svilupparono gli studi con un’alta partecipazione di laici al corso delle arti (logica, fisica e metafisica), offerto gratuitamente. Nel 1644 viene fondato il collegio San Ildefonso de los Reyes. Alla fine del secolo XVII ottengono dal Papa Alessandro VII il grado di università pontificia per la suddetta scuola, che nella pratica mai operò come tale per mancanza del benestare reale. Alla fine dell’epoca coloniale, risalta una notevole decadenza negli studi, poiché ci si era adagiati nei vecchi programmi e per un significativo deterioramento della qualità accademica dei professori. La fisionomia urbana del Cile, ha favorito l’azione degli agostiniani, poiché non pochi conventi rurali furono all’origine di paesi e città che sopravvivono fino ad oggi. E’ il caso del convento di San Nicolás de la estrella (1659-1888), fondato in luogo spopolato e che ha dato origine al paese di La Estrella, oggi città molto attiva di Colchagua. Alcuni chilometri distante da La Serena, vicino alla costa di las Cardas, sorse il paese di Tambillos, come frutto della dottrina che gli agostiniani portarono avanti in quel settore. Nel 1742, nei terreni donati dagli agostiniani, venne fondata la città di San Agustín de Talca. Nella valle di Petorca, vennero fondati numerosi paesi nati sotto l’influsso dei nostri religiosi. Questo è il caso di Chincolco, el Sobrante, Hierro Nuevo, Hierro Viejo, Pedegua, il Convento e la stessa città di Petorca, fondata nel 1753 sui terreni appartenenti all’Ordine.

Il processo di indipendenza patria, colpisce duramente i nostri religiosi. Il convento di Santiago, quello di Valparaíso e quello di Talca, vengono confiscati temporaneamente, le loro sacrestie saccheggiate e gli archivi e biblioteche dispersi.

Nel 1850 l’arcivescovo di Santiago, per mandato della Santa Sede e di comune accordo con la curia generalizia dell’Ordine, intraprende un processo di riforma della vita religiosa tra gli agostiniani, quello che in seguito significò la salvezza della provincia del Cile, poiché l’arcivescovo Valdivieso, nei 25 anni che durò questo processo di riforma, fomentò la formazione e la ripresa della comunione di vita.

Il secolo XX porterà nuove sfide pastorali, come la erezione di parrocchie e l’apertura di collegi, così come la cura delle vocazioni, un processo di maturazione e quel rinnovamento delle comunità che ancora oggi continua.

Bibliografía:
MATURANA, Fr. Víctor: Historia de los Agustinos en Chile, Santiago de Chile, Imprenta Valparaíso, 1904, 2 tomos;
CARRASCO NOTARIO, Guillermo, Luces y Sombras: 400 años de presencia agustiniana en Chile, Santiago de Chile, Ediciones Agustinianas, 1995;
CARRASCO NOTARIO, Guillermo, Los Agustinos de Chile y el desarrollo Económico y Social de Cuyo, Santiago de Chile, 1997;
CARRASCO NOTARIO, Guillermo, El Corazón en la llama (Ensayos de historia agustiniana), Santiago de Chile, Cervantes & Cía. Editores, 2000;
VARIOS, Huellas Agustinianas [Compendio de Historia de la Orden de San Agustín para América Latina], México, OALA, 2002.