Congregazione osservante di Lombardia (1449 - 1815)
Juan José Vallejo Penedo, OSA

Costituita ufficialmente nel 1449 quando il priore generale Giuliano Falciglia (1443-1459), nominò vicario della congregazione a Fr. Jorge di Cremona (+ 1451). La sua origine risale al 1422, quando il priore generale Agostino Favorani (1419-1431), nominò riformatore del convento di S. Agostino di Genova, Fr. Paolo Vivaldi, dandogli autorità allo stesso tempo su tre conventi genovesi: Santa Tecla, Santa Maria in Belvedere e Santa Maria di Cella. Dalla Liguria la riforma passò alla Lombardia, quando Fr. Giovanni Rocco, fu nominato rettore del nuovo convento di Crema (1439) e da lì, in meno di 10 anni, la riforma si estese ad altri sette conventi di Lombardia e Liguria.

Nel 1540 la congregazione aveva 77 conventi, dei quali almeno la metà provenivano dalle province agostiniane del nord e centro d’Italia. Si distinsero i conventi di Torino, Genova, Bologna, Firenze e Macerata. Il proselitismo della congregazione provocò molti litigi con le Province italiane. La congregazione, senza abbandonare l’Ordine, portò avanti una vita molto indipendente durante i secoli XVI e XVII, indipendenza favorita dalla notevole crescita, sperimentando che arrivò ad avere 93 conventi nel 1645, ridotti a 75 dopo la soppressione innocenziana del 1652. Parteciparono nei Capitoli Generali fino al 1551, non vollero accettare le costituzioni dal 1551 e dal 1581 e si prepararono delle costituzioni proprie nel 1585. Tra le attività della congregazione, si distinsero gli apostolati nelle parrocchie e la cura di diversi conventi di agostiniane, come 25, dipendenti dalla congregazione. Nel 1630 la peste colpì fortemente la congregazione che perse in un solo anno 200 religiosi. Nel 1644 si celebrò un capitolo della Riforma.

A parte i primi decenni, la vita religiosa della congregazione si differenziò molto poco dalla vita che si svolgeva presso i conventuali e i vicari generali dovettero intervenire in numerose occasioni per evitare corruzioni, specialmente contro il voto di povertà e gli atti di proprietà particolare.

Tra i religiosi della congregazione si distinsero come predicatori i padri Gabriele di Crema, Ambrogio Frigero e Antonio Gagliardi; come teologi i padri Giovanni Battista Burgo, e Antonio Megli; il moralista Deodato da Burgo; gli storici Donato Calvi e Giacomo Filippo Foresti e, su tutti questi l’universalmente conosciuto linguista Ambrogio Calepino.

Nel 1658 la congregazione aveva 87 conventi, tra questi quello di San Nicola di Tolentino e come 2.000 religiosi. Durante il secolo XVIII, pur mantenendo l’unione con l’Ordine, la congregazione difese costantemente la sua indipendenza mantenendo il priore generale una giurisdizione quasi nominale. Si distinsero durante questa epoca i seguenti religiosi: lo storico e liturgista P. Donato Calvi, e i teologoi Atanasio Beccaria e Carolo Nicola Maria Fabi.

A partire dal 1768, si iniziò lo smembramento della congregazione per opera dei Governi dei piccoli stati italiani. Fu una lenta agonia che accelerò la occupazione francese d’Italia. Superata l’epoca napoleonica, la congregazione che aveva perso molti conventi e religiosi, sollecitò, attraverso il suo vicario generale, di essere incorporarsi pienamente all’Ordine e, finalmente, il 15 settembre del 1815, la Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari concedeva ciò che era stato richiesto. Terminava così la vita di una congregazione che aveva causato innumerevoli problemi ai priori generali con i suoi continui desideri di piena indipendenza