Provincia del SS. Nome di Gesù di Spagna (1926)

Juan José Vallejo Penedo, OSA

Nel 1898, la perdita delle ultime colonie spagnole fu un duro colpo per la Spagna, e di conseguenza anche per gli ordini religiosi presenti nell’arcipelago filippino. La provincia agostiniana delle Filippine, presente nelle isole fin dalla loro scoperta, vide come alcuni dei suoi figli erano stati assassinati o incarcerati mentre altre centinaia di religiosi erano espulsi dalle Filippine e dovettero ritornare in Spagna attraverso molte difficoltà. Col passare degli anni divenne possibile per i religiosi il ritorno nelle Filippine; molti però rimasero in Spagna o in alcune nazioni latinoamericane, dedicati principalmente all’apostolato dell’educazione. A poco a poco si veniva così a perdere il carattere missionario della provincia, dividendo i religiosi in due gruppi, uno formato da coloro che desideravano potenziare l’impegno missionario e altri che consideravano più confacente dedicarsi all’insegnamento.

Il P. Eustasio Esteban, allora priore generale dell’Ordine (1925-1931), considerò necessario, senza dubbio, sostenere il “carisma” tipico della provincia e alla celebrazione del capitolo provinciale, in Valladolid nel settembre 1926, ordinò la divisione della provincia delle Filippine dando così origine a una nuova provincia, destinata ad assumere quelle altre forme di apostolato, principalmente nel campo dell’insegnamento, che erano estranee al suo secolare orientamento ma che tuttavia rispondevano alle necessità della Chiesa spagnola. In questo modo l’11 settembre del 1926 nacque la provincia del SS.mo Nome di Gesu di Spagna, e venne eletto in quel giorno il P. Eusebio Negrete de la Peña come primo priore provinciale. Successivamente, il 15 settembre, una commissione mista realizzò la divisione delle case. Furono annesse alla nuova provincia le seguenti: il monastero di S. Maria di La Vid e il Monastero di Santiago de Ucles (Cuenca) come case di formazione; il convento di San Manuel e San Benito di Madrid come residenza del priore provinciale; i collegi asturiani di Santa Isabel in Tapia e quello della Encarnacion in Lanes, le "Escuelas de Santo Domingo” e il collegio di Cantabria in Santander, il collegio di Calatrava in Salamanca e il collegio di San Agustin di Ceuta. A queste case vennero aggiunte il convento di San Agustin di Cadiz, la residenza-infermeria di Caudete (Albacete) e due cappellanie di religiose agostiniane, una in Gijon e un’altra in Talavera de la Reina. Passarono a far parte della nuova provincia anche le viceprovincie di Argentia e di Brasile. Fin dalla sua fondazione la provincia, incluse tutte le circoscrizioni che la compongono, ha come patrono S. Juan de Sahagun.

I religiosi in formazione, novizi e postulanti, presenti all’epoca nelle case di Valladolid, La Vid e Valencia de Don Juan furono distribuiti equamente, anche se venne mantenuto il segreto sulle loro destinazioni fino alla fine del corso 1926-1927 realizzato congiuntamente da entrambe le provincie. I religiosi vennero affiliati alla provincia alla quale era stata destinata la casa in cui stavano risedendo. Seguendo il procedimento indicato, furono affiliati alla nuova provincia 282 religiosi: 172 sacerdoti, 32 fratelli laici, 65 professi e 13 novizi.

Prima che la provincia compisse dieci anni di esistenza iniziò la guerra civile spagnola del 1936-1939 e questa tragedia ne complicò lo sviluppo. Quarantasei religiosi furono assassinati e molti altri morirono al fronte o in altre circostanze ad essa collegate. Passato questo periodo si procedette a una ristrutturazione della provincia, chiudendo i collegi di Llanes, Calatrava (Salamanca), Cantabia (Santander), la residenza di Gijon, la Residencia Catolica de Estudiantes che era stata acquisita in Madrid nel 1930 e il monastero di Santiago de Ucles (Cuenca).

Nelle decadi successive la provincia visse una crescita notevole che le permise l’apertura di nuovi collegi: nel 1937 si apri il collegio San Agustin di Santander, nel 1940 il collegio di N.S. del Buon Consiglio in Madrid, nel 1947 il collegio-seminario San Agustin di Palencia, nel 1961 il collegio San Agustin di Madrid, nel 1971 il collegio San Agustin di Siviglia. Inoltre in questi anni si sono aperte anche nuove comunità: nel 1965 la parrocchia di Sta. Ana y la Esperanza in Madrid; nel 1970 venne inaugurato il seminario maggiore Tagaste a Los Negrales (Madrid), attuale casa di formazione della provincia; nel 1971 la parrocchia di San Sebastian de los Reyes (Madrid), nel 1995 la comunità di N.S. de Nazaret in Montejo de la Sierra (Madrid) e nel 1996 la comunità di Bellavista (Huelva). La provincia continua tuttora il suo impegno in America con i vicariati di Brasile e Argentina, ricevuti dalla provincia delle Filippine fin dalla fondazione; si prese cura della Prelatura di Jatai (Brasile) dal 1929 al 1951 e, dal 1969, della Prelatura di Cafayate (Argentina). Dal 1973 è presente anche nel Portogallo, con l’intenzione di restaurare l’Ordine in questa nazione.

Lungo gli ottant’anni di storia che conta questa provincia sono emersi in particolare numerosi religiosi in alcuni campi. In corso di beatificazione troviamo i martiri della guerra civile del 1936-1939; il fratello Fr. Sebastian Elorza Arizmendi (1882-1942), che trascorse tutta la vita come portiere del monastero di S.ta Maria de La Vid, pienamente dedicato alla carità da essere conosciuto dagli abitanti della zona come il “padre dei poveri” e il p. Agustin Liebana del Blanco (1923-1998) che dedicò anch’egli tutta la vita alla formazione dei religiosi della provincia in diversi luoghi, specialmente come maestro dei novizi lasciando in tutti, religiosi e laici, un indimenticabile ricordo di santità. Il P. Mariano de la Mata Aparicio (1905-1983), apostolo della carità in Brasile, verrà beatificato in San Paolo il 5 novembre del 2006. La provincia ha servito la Chiesa con quattro fratelli: Germán Vega Campón (1878-1961), vescovo titolare di Oreo e Amministratore Apostolico di Jataí (Brasil); Diego Gutiérrez Pedraza (1926-1990), vescovo titolare di Gaguaros e Prelato di Cafayate (Argentina); Nicolás Castellanos Franco (1935), vescovo emerito di Palencia; e Cipriano García Fernández (1931), vescovo attuale di Cafayate (Argentina).

In altri campi sono emersi: Luis María Unamuno Yrigoyen (1873-1943), dottore in Scienze Naturali, micologo e membro della Real Academia de Ciencias; il P. Cesar Morán Bardón (1882-1952), stimato archeologo e membro della Real Academia de la Historia; il P. Ambrosio Fernández González (1882-1953), famoso entomatologo; Bruno Ibeas Gutiérrez (1879-1957), provinciale, storico, filosofo, sociologo e docente all’Università di Madrid; Félix García Vielba (1897-1983), tre volte provinciale, poeta e letterato di gran prestigio; Cesar Vaca Cangas (1908-1989) medico, specialista in temi spirituali e psicologici relativi alla vita religiosa; il P. Ángel Martínez Fuertes (1932-1992), che ha avuto diversi incarichi politici relazionati in particolare con la sfera dell’educazione in ambito nazionale; e Domingo Losada Costoya (1931), compositore e organista di notevole prestigio, fondatore delle Semanas internacionales de órgano di Madrid.

Ai giorni nostri, secondo i dati del “Catalogus Ordinis” del 2005, alla provincia di Spagna appartengono 264 religiosi, dei quali due vescovi, 231 sacerdoti, 18 fratelli laici e 13 in formazione. Nel vicariato di Argentina sono affiliati 11 religiosi e nel vicariato del Brasile altri 6 religiosi. Complessivamente la provincia del SS.mo Nome di Gesù di Spagna mantiene 33 comunità che servono la Chiesa nell’apostolato dell’educazione in 10 collegi, dei quali 6 in Spagna: Santander, Palencia, Sevilla, Ceuta e due in Madrid; due nel vicariato di Argentina: Buenos Aires e Montevideo (Uruguay); e due in Brasile: Sao Paulo e San Jose de Rio Preto. Nella pastorale parrocchiale la provincia è impegnata in 42 parrocchie: 24 in Spagna e Portogallo, 12 in Argentina e 6 in Brasile. La provincia nei due vicariati americani mantiene un grande lavoro promozionale nelle varie opere sociali create in Brasile e Argentina, orientate alla formazione professionale, all’alimentazione e all’educazione dei bambini e dei giovani, all’attenzione medica e ad attività culturali e ricreative.