Congregazione di Nostra Signora della Consolazione del Piemonte (Battistini)
(1473-1790)

Juan José Vallejo Penedo, OSA

La sua origine si deve a Fr. Giovanni Battista Poggi (+ 1497), membro della congregazione di Lombardia, a cui donarono nel 1470, terreni e mezzi per costruire un convento, dedicato a Nostra Signora della Consolazione, a Pieve di Teco (Imperia). Sisto IV approvò la fondazione del convento il 1° ottobre del 1471 e il priore generale Giacomo da L’Aquila (1470-1476), sottomise alla sua immediata giurisdizione il convento il 12 febbraio del 1472. Il 22 maggio del 1473, il priore generale Giacomo de L’Aquila, costituì ufficialmente la congregazione, nominando vicario della stessa Giovanni Battista Poggi. Nonostante il nome della congregazione, agli inizi del secolo XVI, la maggior parte dei suoi conventi, una quindicina, si trovavano in Liguria.

Dalla morte di Giovanni Battista Poggi, iniziarono a chiamarsi, in onore del loro primo vicario, “battistini”. Vivevano una spiritualità vicina agli osservanti francescani e a quella dei Minimi di San Francesco di Paola. Non potevano possedere nemmeno in comune e dovevano vivere delle elemosine dei fedeli, portando avanti una vita di estrema austerità. Nonostante ciò, la congregazione mantenne sempre relazioni molto cordiali con i conventuali. Dal 1537 i membri della congregazione ricevettero il privilegio di poter accedere a qualsiasi incarico all’interno del governo dell’Ordine.

Nel 1553 la congregazione aprì la sua propria casa di studi a Oneglia e nel 1590 erano già tre: i conventi di Parma, la Consolazione di Genova e quella di Viterbo. Nel 1579 si vide decimata dall’epidemia della peste che causò nella repubblica di Genova, 60.000 morti. Senza dubbio, questo successo non frenò la crescita della congregazione che, nel 1642, aveva 44 conventi e circa 300 religiosi. Si presero cura anche della cappellania di 7 conventi di agostiniane. Nel 1652 persero durante la soppressione innocenziana 10 conventi, nei 34 restanti abitavano in questa data circa 350 religiosi dei quali 200 sacerdoti, 50 chierici, 11 novizi e 80 fratelli laici.

Durante il secolo XVIII non si distinse per la sua osservanza religiosa, nonostante che si fecero diversi intenti di riforma. Nel 1710 il numero di religiosi era calato a 280 e all’interno della congregazione esisteva una forte rivalità tra genovesi, piemontesi, lombardi e “papalini” (provenienti dagli Stati Pontifici), che turbava la tranquillità monastica. La congregazione, senza dubbio, si mantenne sempre fedele alla curia generale dell’Ordine e non manifestò mai desideri di indipendenza. Si distinsero alcune figure di rilievo, il poeta Giovambattista Cotta e i padri Tommaso Agostino Rolandi e Innocenzo Pedevilla.

Gli ultimi decenni del XVIII secolo provocarono la decadenza totale della congregazione a causa dell’intervento delle autorità politiche che terminarono con l’estinzione del 1790.