Provincia di Calabria (1539-1630)
Juan José Vallejo Penedo, OSA

Formata nel 1539 con le case che avevano in questa regione le province di Sicilia, Napoli e Puglia. Fu riconosciuta come provincia indipendente per il capitolo generale celebrato a Roma nel 1543. Per la sua situazione geografica la provincia soffrì costantemente la minaccia turca, specialmente 1556 quando perse, temporaneamente, il convento di Paola e i suoi religiosi furono catturati dai turchi. A metà del secolo XVI la provincia era formata da 14 conventi e nel 1599 aveva 120 membri che superavano i duecento e 45 conventi all’inizio del secolo XVII. Si mantennero fino al 1630 quando fu divisa in due che presero i nomi di Calabria Citeriore e Calabria Ulteriore.

Provincia di Calabria Citeriore (1630 - 1809)
Fondata nel 1630 come divisione della provincia di Calabria. Nel momento della sua nascita aveva 24 conventi e circa 110 religiosi. Dopo la soppressione innocenziana rimasero nella provincia 13 conventi abitati da 60 padri. Il livello d’osservanza si mantenne, specialmente dalla fine del secolo XVII, e così continuò fino alla soppressione.
Gli eserciti francesi occuparono il Regno di Napoli nel 1806. Fu nominato Re il fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte, che decretò soppressioni parziali della vita religiosa. Trasferito il Re Giuseppe come monarca di Spagna, Napoleone nominò Gioacchino Murat, uno dei suo generali, nuovo sovrano di Napoli che, il 7 agosto del 1809, decretò la soppressione totale della vita religiosa nel territorio napoletano e la provincia di Calabria Citeriore, che in questo momento aveva 10 case, fu soppressa.

Provincia di Calabria Ulteriore (1630 - 1784)
Fondata nel 1630, come divisione della provincia della Calabria. In quel momento della fondazione, gli vennero affidati 21 conventi e circa 110 religiosi. Nel 1703 la provincia aveva 130 membri, la maggioranza fratelli laici. Il livello di osservanza era molto basso e ci furono continui litigi nel seno della provincia e questo portò le autorità del Regno di Napoli, una volta raggiunta la approvazione pontificia, a sopprimere la provincia nel 1784, lasciando ai religiosi la possibilità di affiliarsi a qualche altra provincia d’Italia o cercarsi un impegno fuori dall’Ordine.