Provincia di Pisa
(provincia di Toscana)
(provincia di Etruria)
(S. XIII - 1996):

Juan José Vallejo Penedo, OSA

Chiamata anche Provincia di Toscana e nell’epoca moderna provincia d’Etruria. Nel secolo XV contava 26 conventi. Nel 1518 ne aveva 23, tra questi quello di Santo Spirito di Firenze che era studio generale. Nel 1553 la provincia contava 130 membri che, nel 1639, erano già 160. Nel 1650 il numero di conventi era aumentato a 25 però nella soppressione innocenziana del 1652, ne perse sette, rimanendo ridotti a 18 quelli che erano abitati da 135 religiosi. Agli inizi del secolo XVIII aumentò fino a diventare 170 nel 1711.

Malgrado fosse una provincia che godesse di risorse economiche abbondanti, non si scoprirono abusi di importanza nell’epoca moderna. Basta citare, più come aneddoto che come corruzione, i decreti del capitolo provinciale del 1757 nei quali si proibiva la cacciagione e, conseguentemente, il possesso di cani e armi. Tra i suoi figli si sono distinti i padri Gianlorenzo Berti, teologo e storico e Francesco Maria Querni, vicario generale dell’ordine dal 1717 al 1720.

Soppressa dagli invasori francesi, agli inizi del secolo XIX, fu restaurata nel 1807, avendo in questo tempo 27 conventi e 222 religiosi, dei quali 124 erano sacerdoti. Negli anni seguenti, con la regione in mano a Napoleone, continuarono i problemi per la provincia, si decretò una soppressione parziale il 29 aprile del 1808 che poco dopo, il 13 settembre del 1810, si convertì in definitiva.

Nel 1816, sconfitto Napoleone, iniziò la restaurazione, che ricominciò la sua ripresa con sei conventi e 107 religiosi. Un anno dopo vennero recuperate altre cinque case: Firenze, Pisa, Borgo Buggiano, Montalcino e Arezzo, anche se l’ultima si perse nel 1830. La provincia stava in una fase di recupero e nel 1855 il gran duca di Toscana, Leopoldo II, permise la riapertura della casa di Livorno che era appartenuta prima alla congregazione di Lombardia.

Con il processo dell’unificazione italiana, la vita religiosa in generale e l’Ordine di S. Agostino in particolare, soffrì un’altra ondata di soppressioni che colpivano le province quando avanzavano le truppe di Vittorio Manuele II. Nel caso della provincia Toscana, la soppressione fu decretata il 6 luglio del 1866. La vita riprese con una certa normalità negli anni successivi e la provincia celebrò il suo primo capitolo provinciale nel 1883.

Il secolo XX non fu facile per le province italiane. Bisogna tener presente le tese relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Regno d’Italia dovute alla “questione romana”, il fascismo e le due Guerre Mondiali. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’antica Provincia Toscana, denominata ora Provincia d’Etruria, aveva sei conventi e 34 religiosi, di questi 26 sacerdoti, 3 professi e 5 fratelli laici. Nel 1994 la Provincia aveva quattro comunità: il convento di Santo Spirito di Firenze, che era la sede del priore provinciale, i conventi di Borgo a Baggiano, Pisa e San Gimignano e il numero di religiosi era sceso a 17. Nel Capitolo Generale celebrato a Roma nel 1995 venne presa la decisione di creare la provincia d’Italia unificando le sette province esistenti, tra queste l’antica Provincia Toscana o Etruria.