Provincia del Santissimo Nome di Gesù delle Filippine (1575)

Juan José Vallejo Penedo, OSA

Durante il secolo XVI diverse spedizioni spagnole cercarono di conquistare le isole Filippine e i conquistatori di stabilirsi in quei luoghi. Possiamo ricordare le fallite spedizioni di Loaysa del 1525, di Saavedra nel 1528 e quella di Ruy López de Villalobos svoltasi tra il 1542 e il 1549. A quest’ultima parteciparono cinque agostiniani, con Jerónimo de Santisteban come superiore. La spedizione, dopo il suo arrivo nelle Filippine, non potè continuare a causa del confronto con i portoghesi e dovette ritirarsi. Sappiamo che i cinque agostiniani di allora, dopo sette anni di difficile apostolato, dovettero lasciare le isole per rientrare a Lisbona nell’agosto del 1549. La spedizione che finalmente riuscì a conquistare le Filippine fu quella guidata da Legazpi, nella quale era presente come pilota, per ordine esplicito di Felipe II, il P. Andrés de Urdaneta, che viaggiava assieme ad altri religiosi agostiniani. La flotta partì da Méjico il 21 novembre 1564 e sbarcò nell’isola di Cebu il 23 febbraio del 1565. Gli agostiniani iniziarono subito l’evagelizzazione e il lavoro missionario nelle isole, senza mai perdere di vista l’opportunità di entrare in Cina, ragione prima dell’invio degli agostiniani in Oriente, e l’evangelizzazione del Giappone. Gli agostiniani delle Filippine furono riconosciuti come provincia indipendente nel 1575, anche se il primo capitolo provinciale era già stato celebrato nel 1569 nel qualle venne eletto come primo priore provinciale il P. Diego de Herrera.

Nell’America spagnola ci fu un grande invio di spagnoli che si stabilirono nei vari “vice regni” (virreinatos) esistenti. Da questa popolazione stabile emersero sufficienti vocazioni locali per assicurare la continuazione delle diverse provincie agostiniane ispanoamericane al punto che, dalla metà del secolo XVII, non ci fu più la necessità di inviare in quelle zone agostiniani spagnoli, e continuarono ad entrare vocazioni di origini spagnole durante tutto il tempo della dominazione. Nelle Filippine invece la situazione fu ben diversa. Non ci fu mai un numero sufficente di spagnoli nelle isole, almeno fino al secolo XIX, il che rendeva le vocazioni locali molto scarse. Si deve considerare che la possibilità di vocazioni indigene erano nulle, prima di tutto per la proibizione ecclesiastica di ammetterle, in secondo luogo per il poco sviluppo della popolazione filippina in questo momento. Per queste ragioni la provincia delle Filippine ha dovuto continuare la ricerca vocazionale in Spagna, anche quando le province americane già avevano terminato questa fase.

I religiosi spagnoli destinati alla provincia delle Filippine iniziavano il loro viaggio a Sevilla per giungere prima a Cádiz, poi ancora in Méjico dove riposavano per qualche mese, prima nei conventi della provincia messicana, poi dal 1666 nella propria casa che la provincia aveva nella capitale del México, finchè fosse venuto il momento di imbarcarsi nel galeone di Manila, che partiva da Acapulco e attraversando il Pacifico con un lungo e a volte difficoltoso viaggio, giungeva a Manila.

L’aiuto generoso dato dale province spagnole, fondamentalmente dalla provincia di Castilla, apportando personale con autentica prodigalità alla provincia delle Filippine, iniziò a venir meno alla fine del s. XVII, diventando vera crisi all’inizio del s. XVIII. I commissari-reclutatori che la provincia delle Filippine inviava in Spagna volevano arruolare un gran numero di religiosi tanto che il definitorio di Castilla nel 1729 dovette chiedere, e ottenere, da Roma che si obbligassero i reclutatori filippini a prendere un numero uguale di religiosi dalle provincie di Castilla, Andalucía y Aragón. Cadendo il sistema tradizionale di reclutamento, la provincia delle Filippine si vide obbligata a cercare una nuova fonte di mantenimento. In questa situazione, il capitolo provinciale celebrato nel 1732 segnalò per la prima volta la necessità di acquistare o costruire un seminario in Spagna, e il definitorio incaricò i padri Miguel Vivas e Matías Ibarra, che poi inizieranno a gestirlo, “per acquistare un edificio già pronto o per fondare un seminario nuovo in un luogo adatto e vicino alla città di Madrid e dove ci siano i costi minori per mantenerlo”.

Dopo i necessari accordi con la Corte e con il Consiglio delle Indie, il nuovo seminario venne stabilito a Valladolid nel 1743, sotto il regio patronato di Felipe V, in una casa acquistata allo scopo e non in una nuova costruzione. Il 12 novembre del 1759 venne posta la prima pietra dell’attuale collegio, alla presenza dell’architetto Ventura Rodríguez, e con molta calma si iniziarono i lavori. La parte fino al primo piano vnne terminata nel 1797, il secondo piano nel 1858 e il terzo piano nel 1888. La chiesa attuale venne inaugurata il 12 giugno del 1930. La lentezza della costruzione impedì che il seminario funzionasse a piena capacità e per questo nel 1865 i frati furono costretti ad acquistare un’altra casa, il monastero di Santa María de la Vid, per ampliare quella di Valladolid.

Il lavoro realizzato dalla provincia delle Filippine fin dal 1565 è stato immenso. Più di 3000 agostiniani spagnoli furono inviati nell’arcipelago in questo tempo e l’azione evangelizzatrice e missionaria ben si riflette nei numeri che seguono: fondazione e amministrazione di 272 parrocchie, 187 chiese con convento, 15 cappellanie. Riguardo all’aspetto sociale basta indicare che fondarono quasi 300 città con chiesa, scuola, strade, ponti... sviluppando l’agricoltura, l’industria e l’artigianato. Crearono tre scuole di artigianato e lavoro e molti centri di insegnamento, tra cui la università di Iloilo, sette collegi e sessanta scuole.

Nel 1894 la provincia inviò religiosi in Perù e fin dal 1898, con la perdita delle Filippine da parte degli spagnoli, molti religiosi dovettero ritornare in Spagna, mentre altri furono destinati ad Argentina e Brasile. Dopo poco tempo gli agostiniani poterono comunque ritornare nelle Filippine, ma non abbandonarono la loro presenza in Spagna e in diverse zone dell'America. All'inizio del XX secolo la provincia era presente in Filippine, Cina, Spagna, Ecuador, Brasile, Peru, Colombia e Argentina. Nel 1883 venne restaurata l’antica e venerabile Provincia de Castilla grazie all’aiuto, sia economico che di religiosi, della provincia delle Filippine. Poco dopo, nel 1895, nasceva la provincia Matritense del Sagrado Corazón e, nel 1926, la provincia del Santísimo Nombre de Jesús de España. Per ultima nel 1983 nacque la provincia del Santo Niño de Cebú, nelle Filippine, senza che questo significasse che la provincia madre rinuciasse a mantenere la sua presenza storica nelle isole. È importante anche ricordare che alla provincia delle Filippine venne affidata l’amministrazione di due province americane, quella di Ntra. Sra de Gracia de Colombia, che grazie all’aiuto donato ha potuto recuperare il regime ordinario nel 1989 e la provincia di Ntra. Sra. de Gracia de Perú, che è entrata a regime ordinario nel 2005.

Lungo la sua storia centenaria nella provincia sono emersi molti religiosi significativi in diversi campi; ne citiamo alcuni del passato: storici come Hernando de Becerra (+ 1626), Juan de Medina (+ 1635), Gaspar de San Agustín (1650-1724), Antonio Mozo (1720-1794), Joaquín Martínez de Zúñiga (1760-1818), Tirso López Bardón (1838-1918), Felipe Bravo Andrés (1823-1894), Elviro Pérez Jorde (1858-1924), Gregorio de Santiago Vela (1865-1924), Pedro Martínez Vélez (1869-1936), Bernardo Martínez Noval (1868-1934), Miguel de la Pinta Llorente (1909-1979), Manuel Merino Pérez (1911-1987); botanici come Ignacio Mercado Morales (+ 1698), Manuel Blanco (1779-1845), Celestino Fernández-Villar (1838-1907), Andrés Naves (1839-1910), Agustín Jesús Barreiro Martínez (1865-1937); etnologi come il p. Lucas Espinosa (1895-1975); esperti in lingue come Francisco López (+ 1631), Alonso de Méntrida (+ 1637), Diego Bergaño (1690-1747), Francisco de la Encina (1715-1760), Andrés Carro (1733-1806), Raimundo Lozano (1826-1897), Cipriano Marcilla (1851-1900), José Aparicio (1848-1925); i filosofi Marcelino Gutiérrez Pérez (1858-1893) e Gregorio Suárez Fernández (1915-1949), di cui è in corso il processo di beatificazione, e l’agostinologo Lope Cilleruelo García (1908-1985).

Molti agostiniani della provincia delle Filippine sono stati chiamati a servire la chiesa nell’episcopato. Nelle Filippine, quattro vescovi di Manila; nove vescovi di Nueva Cáceres; tre vescovi di Cebú; cinque vescovi di Nueva Segovia. In Cina i vescovi furono cinque, il primero dei quali, Álvaro de Benavente (1647-1709), implicato nella spinosa questione dei “riti cinesi”, tenne sempre una posizione equilibrata; gli altri quattro, vicini ai giorni nostri, furono tre vicari apostolici di Hunan e un vescovo di Changteh, espulso nel 1952 dai maoisti.

In Spagna la provincia delle Filippine ha avuto sei vescovi, tra cui emergono Tomás Cámara y Castro (1847-1904), prima vescovo ausiliare di Toledo e poi di Salamanca, e il Beato Anselmo Polanco Fontecha (1881-1939), vescovo di Teruel, martirizzato nella Guerra Civile e beatificato il 1 ottobre 1995. In América troviamo i cinque vescovi di Iquitos, di cui il primo fu Sotero Redondo Herrero (1868-1935) fino all’attuale Julián García Centeno (1933), consacrato il 22 ottobre del 1989.

La provincia ha dato all’Ordine due priori generali, il P. Tomás Rodríguez (1852-1921), priore generale dal 1898 al 1920, e P. Eustasio Esteban (1860-1945), che governò l’Ordine dal 1925 al 1931. Attualmente, secondo il “Catalogus Ordinis” del 2005, la provincia conta con 251 religiosi, di cui un vescovo, 200 sacerdoti, 31 fratelli laici e 19 religiosi in formazione. In Spagna, la provincia regge otto parrocchie: San Roque in Badalona, San José in Bilbao, Santa María del Bosque in Madrid, Ntra. Sra. de la Consolación in Móstoles (Madrid), Ntra. Sra. de la Peñita e Ntra. Sra. de la Peña de Francia in Puerto de la Cruz (Tenerife), San Agustín in Valladolid, e Sta. Rita in Zaragoza, più la parrochia di Ntra. Sra. del Rosario a Nueva York (USA), che dipende di Spagna. Regge in Spagna due collegi: Andrés de Urdaneta in Loiu (Vizcaya), San Agustín in Zaragoza, e la casa di formazione, assieme allo Studio Teologico, nel Real Colegio de Agustinos Filipinos di Valladolid. Fuori dalla Spagna dipendono dalla provincia delle Filippine il Vicariato di Iquitos in Perú, che conta sei case e dieci religiosi affiliati; il vicariato del Venezuela, con nove case e 23 religiosi affiliati; il vicariato Orientale (Filippine e India), con quattro case e 14 religiosi affiliati; la delegazione della Tanzania, con tre case e la delegazione dell’America Centrale, con tre case e 11 religiosi affiliati.